Associazione Ticinese di Judo e Budo (ATJB)
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Intervista di Cooperazione a Elia Guzzi
24.04.12

Nel judo la lealtà è tutto

Elia Guzzi, di Balerna, ha imparato grazie allo judo a mantenere la calma anche nei momenti più difficili, come quelli di un infortunio. Così, è ottimista per il suo ritorno sul tatami.

All’inferno e ritorno. È il 18 giugno del 2011, un sabato speciale per Elia Guzzi, giovane promessa del judo ticinese. Perché ha appena finito la prova di matematica e manca poco alla fine degli esami di maturità. E anche perché finalmente può staccare la spina per qualche ora, al torneo nazionale di Uster, l’anticamera di un’estate che potrebbe essere sportivamente indimenticabile. Il destino però a volte può essere perfido e sul tatami zurighese le belle speranze di Elia vanno a gambe all’aria. In semifinale succede che il ginocchio sinistro del 20enne di Balerna fa crack, un banale movimento difensivo e il legamento crociato anteriore salta.

Cala il buio su Elia. Da quel momento inizia un lungo, interminabile, cammino di recupero. «E ora vedo la luce – dice il talento del «Do Yu Kai» Chiasso (LNB) –, il prossimo 10 maggio ho l’ultimo test medico. Se mi danno l’ok, torno a gareggiare subito».

Un tono di voce sempre uguale, con poche variazioni. Composto ed educato, Elia si racconta, sdraiato sui tatami della palestra di Chiasso. Campione svizzero nel 2008 e nel 2010 (under 17 e under 20), un posto nella nazionale under 23, e un futuro tutto da scrivere. Elia Guzzi ora può riprendere in mano il filo del discorso. «Questa sarà la mia prima stagione negli élite, nella categoria di chi pesa meno di 73 chili. Adesso il mio obiettivo prioritario è il podio ai campionati svizzeri in autunno. Poi guardando oltre spero di partecipare agli Europei, ai Mondiali e, perché no, anche alle Olimpiadi».

È cambiato molto da quel 18 giugno per Elia. Quasi tutto. Da settembre il 20enne judoka, che oltre ad avere una sorella maggiore ha pure una gemella, studia scienze della salute al Politecnico federale di Zurigo. «Parallelamente mi alleno al centro sportivo di Brugg, è lì che ho fatto buona parte della riabilitazione. Quando ti senti dire che dovrai restare fuori per 9 mesi, ti crolla il mondo addosso. In tutto questo tempo però ci sono state anche cose positive, sono riuscito, ad esempio, ad ambientarmi bene nella mia nuova realtà di studio. Dal punto di vista sportivo ho invece imparato a lavorare sul lungo termine, senza dunque per forza vedere i risultati subito. Dopo un po’ inizi a relativizzare, capisci che la vita va avanti comunque». D’altra parte Elia, grazie al judo, ha imparato a gestire le sue emozioni, a mantenere la calma anche nei momenti più difficili.

«Il judo non è un gioco. È un’arte marziale e come tale ti trasmette dei messaggi di natura etica, che ti servono anche nella tua quotidianità. Tempo fa sono stato in Giappone, la patria del judo, ad allenarmi per un mese. Lì ti si apre la mente». Da piccolo, il giovane di Balerna giocava anche a calcio. E quando perdeva se la prendeva parecchio. «Perché magari per un errore del singolo, ne risentiva tutta la squadra. Io volevo essere completamente padrone della mia prestazione. Per questo ho scelto il judo».

Ma ci sono altre ragioni. Legate al rispetto dell’avversario, ad esempio. «L’obiettivo non è quello di fargli male, bensì di farlo cadere. Il judo è uno sport di contatto, ma sono vietati sia i pugni sia i calci, mentre sono permesse tecniche di immobilizzazione a terra, leve e strangolamenti che portano alla resa dell’avversario. All’inizio e alla fine dell’incontro, che di solito dura 5 minuti effettivi, devi salutare sia il maestro, sia l’arbitro, sia l’avversario con un inchino. La lealtà è al primo posto».

Elia infine si lascia andare a uno sfogo amaro: in Svizzera il judo è poco seguito. «In alcuni tornei in Germania, invece, ti sembra di essere allo stadio. A livello di atleti manca la concorrenza interna, ci sono ottime individualità, ma per quanto riguarda le squadre si fa fatica. Dopo il bronzo di Sergei Aschwanden a Pechino nel 2008 si pensava che in Svizzera si sarebbe accesa la febbre per il judo. Ma è stato un entusiasmo momentaneo, un fuoco di paglia».

 

In agenda – Tornei di judo

Sono 16 i club di judo presenti in Ticino per un totale di circa 500 tesserati (i praticanti però sono circa 2mila). Ben 16mila i tesserati in Svizzera. Alcuni eventi da segnalare. In Ticino: 5-6 maggio torneo internazionale «Città dei Tre Castelli» al Palasport di Bellinzona (valido per il ranking). Altri eventi: 13 maggio torneo a squadre di Oensingen; 26-27 maggio torneo ranking a Sierre; 2-3 giugno Campionati svizzeri a squadre U17 e U20 a Friborgo; 16-17 giugno torneo ranking a Uster. A livello internazionale: dal 26 al 28 aprile campionati europei élite (seniores) a Chelyabinsk, in Russia, il 29 aprile campionati europei a squadre.

 

 

Testo: Patrick Mancini Foto: Annick Romanski